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EUROCIGUA II. UN PROGETTO INTERNAZIONALE FINANZIATO DA EFSA PER LA GESTIONE DEL RISCHIO DERIVANTE DA CIGUATOSSINE LEGATO AL CONSUMO DI PESCE IN EUROPA

Il 6 e 7 maggio si è tenuto a Madrid il Mid Term Meeting del progetto a cui l’Italia ha partecipato come collaboratore con il Ministero della Salute, Direzione Sanità Animale e il Centro Ricerche Marine, LNR per le Biotossine Marine.

La Ciguatera (CP) rappresenta un problema sanitario globale endemico delle aree tropicali e sub tropicali ma purtroppo la sua diffusione è in aumento a causa di diversi fattori tra cui gli effetti dei cambiamenti climatici. L’intossicazione è causata dal consumo di pesce contenente livelli elevati di fitotossine, le ciguatossine, prodotte da organismi fitoplanctonici (dinoflagellati) marini principalmente del genere Gambierdiscus e Fukuyoa.

Per comprendere la sindrome da Ciguatera e la sua distribuzione nel mondo occorre comprendere innanzitutto le connessioni con il ciclo biologico. Alla base della catena alimentare ci sono i dinoflagellati, attaccati alla superfice di macrofite o ai coralli morti, che producono i precursori della molecola finale trovata nei pesci. I pesci erbivori prima e i carnivori poi inglobano i dinoflagellati, accumulando e trasformando nel loro organismo i precursori delle tossine presenti nei dinoflagellati. Trattandosi di molecole liposolubili, le ciguatossine vengono accumulate lungo la catena alimentare e le più alte concentrazioni si possono riscontrare nei pesci carnivori di grandi dimensioni.  L’avvelenamento nell’uomo è stato tradizionalmente circoscritto alle aree tropicali e sub-tropicali del pianeta, in particolare nelle coste del mare Caraibico, dell’Oceano Indiano e dell’Oceano Pacifico, tra il 35° parallelo Nord e 35° parallelo Sud. Questo fatto era legato prevalentemente a fattori fisici quali temperatura, salinità e pH ottimali per la crescita dei dinoflagellati.

 

 

Aree dove sono stati registrati eventi di intossicazione da Ciguatossina

Figura 1. Aree dove sono stati registrati eventi di intossicazione da Ciguatossina
I punti rossi indicano le zone dove sono stati riportati eventi di intossicazione umana da Ciguatossina

 

L’aumentata variabilità dei fattori ambientali tra cui il cambiamento climatico stanno contribuendo alla diffusione dei dinoflagellati produttori di ciguatossine anche in altre zone geografiche; ad esempio a partire dal 2008 sono stati registrati casi di intossicazione da ciguatossina a Madera (Portogallo) e nelle Isole Canarie (Spagna) contestualmente alla identificazione nelle stesse zone dei dinoflagellati del genere Gambierdiscus.
Dal 2016, allo scopo di caratterizzare il rischio di CP in Europa è stato attivato il progetto EuroCigua, GP/EFSA/AFSCO/2015/03 “Risk Characterization of Ciguatera Food Poising in Europe” cofinanziato dall’EFSA e da 14 organizzazioni europee. Il progetto EuroCigua I, terminato nel 2021, ha individuato 34 focolai di CP, 24 di origine autoctona e 10 relativi a pesce importato in Europa su tutto il territorio comunitario.

Questa prima fase ha mostrato la scarsa conoscenza che la popolazione ha di questa intossicazione, evidenziando lacune nella raccolta di dati epidemiologici e nei sistemi di segnalazione esistenti.

A questo scopo è stato predisposto un sondaggio per valutare il livello di conoscenza di questa sindrome

https://ucpcienciashumanas.eu.qualtrics.com/jfe/form/SV_54RKf2rVG7mVlhI 

e un opuscolo informativo sull’avvelenamento da ciguatera

https://www.salute.gov.it/imgs/C_17_notizie_6401_1_file.pdf.

I risultati soddisfacenti ma non conclusivi ottenuti con EuroCigua I hanno indotto EFSA e il Ministero della Salute spagnolo a finanziare un secondo progetto triennale: EuroCigua II “An integrated approach to assess the human health risks of ciguatoxins in fish in Europe”, al fine di caratterizzare ulteriormente il rischio di CP estendendo l'indagine al pesce importato. Il progetto Eurocigua II, attivato nel 2022, vede la partecipazione di nuovi Istituzioni e Centri di ricerca; l’Italia ha aderito al progetto con la partecipazione del Ministero della Salute e la Fondazione Centro Ricerche Marine di Cesenatico (LNR per il monitoraggio delle biotossine marine).
Per la caratterizzazione del rischio è stata predisposta una strategia di campionamento da adottare presso i posti di controllo frontalieri basata sulla contemporanea valutazione delle specie ittiche a maggior rischio CP e delle zone FAO di cattura del pesce importato. Oltre 400 specie di pesce provenienti da zone tropicali e sub-tropicali sono state riconosciute come potenziali portatori di Ciguatossine. Le specie associate più frequentemente a casi di avvelenamento da CP sono: barracuda, cernia, ricciola, dentice, murena, pesce maiale, sgombro, pesce chirurgo e pesce pappagallo. I casi più gravi di intossicazione sono stati associati al consumo della testa e degli organi dove la tossina, a causa della sua liposolubilità, si accumula maggiormente nel corso della vita del pesce. Per questo viene sconsigliato il consumo di viscere (comprese il fegato) uova e pelle.  

La conoscenza dei sintomi dovuti alla intossicazione da Ciguatossine e la corretta diagnosi presso i presidi di primo soccorso consentirebbe la registrazione dell’evento tossico sul sistema RASFF e quindi l’intercettazione e la rimozione del prodotto dal mercato. Dal 2012 diversi casi di intossicazione da Ciguatossine sono stati associati ad “alert” trasmessi tramite il RASFF ma la percezione è che i casi di intossicazione siano molto più numerosi di quelli segnalati sia per mancanza di informazione su questa patologia nei presidi sanitari, da parte dei professionisti sanitari, sia per mancanza di metodi di analisi standardizzati in grado di rilevare la tossina.
Ad oggi la scarsa conoscenza delle caratteristiche tossicologiche utili per la definizione di valori limite legali e quindi di riferimenti normativi, la mancanza di conoscenza e di informazione sulla sindrome Ciguatera, la mancanza di metodi di rilevazione della tossina internazionalmente riconosciuti amplifica il rischio di intossicazione legato al consumo di pesce contaminato. Eurocigua II si prefigge di fornire agli stati membri gli strumenti utili per la corretta gestione del rischio da Ciguatossine.

 

 

Link correlati:

https://www.salute.gov.it/imgs/C_17_notizie_6401_1_file.pdf

https://www.salute.gov.it/imgs/C_17_notizie_6401_0_file.pdf

https://www.sanidad.gob.es/areas/sanidadExterior/euroCiguaII/comunicacion/docs/AF-ING-WEB-Folleto_MIMAR.pdf

https://www.efsa.europa.eu/it/topics/ciguatoxins-and-other-marine-biotoxins

https://www.efsa.europa.eu/it/topics/topic/emerging-risks

https://www.sanidad.gob.es/en/areas/sanidadExterior/euroCiguaII/home.htm

https://www.sanidad.gob.es/en/areas/sanidadExterior/euroCiguaII/intoxicacion/home.htm

https://www.youtube.com/watch?v=7RqepFlzxAE&feature=youtu.be 

https://climate-adapt.eea.europa.eu/en/observatory/++aq++metadata/case-studies/control-of-ciguatera-poisoning-in-canary-islands-spain

 

 

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